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E` un fatto sorprendente quanto la Storia della Tecnologia sia trascurata nel nostro paese, benche´ tutti dipendiamo sempre di piu` da quest’ultima. Eppure gia` nel quinto secolo prima dell’era attuale (come qualcuno preferisce dire oggi, per rispetto delle diverse culture) Confucio ammoniva “Studia il passato se vuoi prevedere il futuro”, un pensiero condiviso da Polibio, che probabilmente non sapeva nulla di Confucio, ma nel secondo secolo dell’era attuale riteneva che “... per gli uomini non esiste un piu` sicuro mezzo di farsi migliori di quanto non lo sia la coscienza del passato”. Edmund Burke forse si ispiro` a loro quando, agli albori della rivoluzione industriale, ammoniva che “I popoli che non si volgono indietro ai loro antenati non sapranno neanche guardare al futuro”. Sembra irragionevole non applicare questi principi alla tecnologia, che e` diventata cosi` potente ed onnipotente. Eppure e` quanto continua a succedere in Italia, almeno da quanto, oltre un secolo fa, lo scontro filosofico tra Federigo Enriques da un lato e Benedetto Croce e Giovanni Gentile dall’altro, si risolse a favore di questi ultimi, anche a ragione della direzione politica che aveva preso allora il paese. Per confronto, nelle grandi universita` americane ed inglesi, tanto per citare due paesi che sono patrie di celebrate eccellenze accademiche, insegnamenti di Storia della Tecnologia ed anche di Filosofia della Tecnologia sono offerti con successo da molto tempo. Questo libro ha l’ambizione di contribuire a richiamare l’attenzione sull’esigenza di una maggiore cultura e consapevolezza tecnologica. Il suo spirito e` di offrire un quadro complessivo dello sviluppo tecnologico, esteso nel tempo, come il titolo avvisa, ma anche nello spazio, senza barriere geografiche. E` rivolto specificamente a quei giovani che, seguendo corsi universitari scientifico-tecnologici, avvertono questa necessita`. Spero pero` d
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